mercoledì 1 agosto 2012

To Rome with hate.

Sono tornata a Roma ieri sera.



Mi sono fatta un pianterello a Fiumicino, uno stamattina dopo aver realizzato di essere nel mio letto, e uno a pranzo.
Ma va meglio. Pian piano mi adatto all'infelicità.
Sarò viziata, o quello che vi pare, ma io non riesco, non riesco proprio. Non riesco ad adattarmi alla mia vita. Non la accetto. Mi fa schifo, non sono io.
Io ho bisogno di volare, di viaggiare, di conoscere, scoprire, cambiare cambiare e cambiare sempre. Ho bisogno di sentirmi altrove, in ogni istante, per poter essere io.
E' che sento un grande squallore tutto intorno a me. Lo squallore è una cosa che proprio non sopporto.

Scusate, mi viene da vomitare.

44 commenti:

  1. non è detto che tu non possa conoscere e scoprire qualcosa anche a Roma..
    metti che incontri il Banale (ah, forse è per questo che ti viene da vomitare...)

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    1. Con me le dpnne ridono. Sempre.
      Nun ce provà.

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    2. Ma non lo metto in dubbio eh! Sicuramente c'è qualcosa di Roma e della gente che amerei... Ma ora non è abbastanza. La possibilità che ci sia qualcos'altro non mi basta per rimaere. Perchè doversi sforzare qui se si ha la possibilità di andare altrove?
      Il Banale era l'unica cosa che mi teneva in questa città, ma m'ha detto che devo mettermi in fila, quindi ripasso fra quarant'anni.

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    3. Si. Poi a sessant'anni giochiamo a Merda al parco. Del centro anziani.

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    4. Se prima non me prende l'Alzheimer. E mi prende.

      Vai cosìììì.

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  2. Comunque è tutto bello quello che dici.
    Purtroppo si scontra con la realtà dei fatti. A tutti piacerebbe stare sempre in giro, conoscere gente nuova e fare continuamente nuove esperienze.
    Che le esperienze aprono la mente. (anche le cosce fortunatamente)

    Ma è un utopia.
    La vita è fatta di tanti altri momenti. Di lavoro, di posto fisso. Di settimane sempre con le stesse persone, di bollettini da pagare aspettando 6 ore, di amici rompicoglioni, di cose noiose, di cose male organizzate ecc ecc.

    Non si può fare l'hippie sempre. Io ho sempre viaggiato tanto in vita mia, ma conosce gente che due anni fa ha visto per la prima volta la neve. Rendite conto.

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    1. si può anche viaggiare mentre.
      cioè fai delle cose per il tuo futuro, quelle che vuoi dove le vuoi. e nel frattempo viaggi.
      e vedi posti.
      e conosci gente.
      e ti mischi con altre realtà.
      io l'ho sempre fatto. e nel frattempo studiavo. e lavoravo per studiare, e per pagarmi i viaggi.
      e non parlo di vacanze e club med. parlo proprio di viaggi, lunghi mesi a volte.
      io lavoravo per pagarmeli, lavori del cazzo. e studiavo per la coscienza. e per i miei.
      e nel frattempo vivevo e godevo e mi divertivo. e avevo sempre un biglietto nel cassetto.

      solo che mi piaceva tornare a casa. mi è sempre piaciuto.
      credo che una parte della bellezza del viaggio sia proprio lì, nel poter tornare a casa.
      vi bacio, a tutti e due.
      (commento logorroico. così impari)

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    2. Non credere, Banale, che io rincorra il sogno di una vita facile. Che per me sia tutto rose e fiori e che non riesca a cogliere le differenze tra la vita vera e quella da 'viaggiatrice'. Anzi. E' per questo che voglio viaggiare. Non è per la scoperta turistica. E' per immergermi. Entrare nella società, ogni volta. Perchè no? Perchè non si può fare? E' che io amerei pagare le bollette a Parigi, o lamentarmi del lavoro dimmerda che ho a Stoccolma. Io sopporterei, sopporterei tutto. Ma non dirmi che prima o poi dovrò tornare a Roma. O che dovrò scegliere una città nella quale vivere per tutta la mia vita. Fosse anche Parigi, ne morirei.

      E non è vero che è utopia. Molte persone fanno dei lavori che li fanno viaggiare. E tanto, tantissimo. Sono ovunque. Li ho conosciuti alla maison de l'italie. Degli italiani, sì, che in sei mesi hanno visto più posti di quanti io potrei vederne in tutta la mia vita (sì, occhei, così è troppo). Sì può fare. non è impossibile, e io lo farò, foss'altro perchè mi scelgo degli studi che me lo permetteranno.

      E v, che cazzo ti devo dire, sei la solita con le palle e che ha fatto un sacco dicose rimboccandosi le mani. Mi piace, quello stile di vita.
      Solo che a me tornare a casa mi fa stare malissimo. Che mio padre la prima cosa che mi dice è che devo ricordarmi di inviare una mail per l'università, e mia madre ad un certo punto tira fuori il sorriso ebete e non ascolta più.
      E io non faccio in tempo a mettere le valigie a casa che già tutto è alla normalità.
      Tutto uguale, come se non fosse cambiato nulla, mentre io ogni volta cambio sempre più. Ma quanto può essere frustrante? Come hai fatto tu a non sentirla, questa cosa?


      P.s.: be', il commento sarà lungo (mai quanto i miei) però hai visto, in compenso il mio post è uno dei più corti che abbia mai scritto. A scambiarci i ruoli proprio.

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    3. I commenti si stanno allungando man mano che scnediamo verso il basso. Verso il baratro vertiginoso di parole.
      Sarò (cir)conciso:
      @Ari: Ti dirò una cosa, io mi sono girato quasi tutta l'Europa. Sono stato in America. Nel nordafrica. E ti dirò che non cambierei nessuno dei posti che ho visitato/respirato/assorbito con Roma.

      E' questo senso di profonda insoddisfazione del cazzo che ti fotte il cervello. Cercano l'origine, rompigli il culo e rilassati. E cerca godere quando scopi. Che non è un puro esercizio di stile, cazzo.

      @vale: vabbè è un discorso troppo lungo. Lo faremo in seguito. Preferisco baciarti anche io.

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    4. Per me non è così, le persone sono diverse, hanno bisogni diversi ma... Occhè.
      Perlomeno ora provo ad evitare l'esercizio di stile. Su quello hai ragione cazzo, non ce la faccio più ad annoiarmi così tanto.


      (E' colpa mia, sono sempre io che mi allungo).

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    5. I bisogni, arcaicamente, sono sempre gli stessi: sono i tuoi pompini mentali a farteli apparire differenti.
      Comunque la storia della gravidanza non ha aiutato: anzi, ha incancrenito una situazione che gia ti dava insoddisfazione. E' chiaro che poi uno vuole scappare lontano da tutti. Anche da se stesso.

      Mobbasta. Che sennò m'allungo pure io. E non mi piace se non devo scopare.

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    6. Claro. Anche se per me sei fuori strada.
      Caro, claro.

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    7. Se mi riparli francese un altra volta ti do una gomitata sulle gengive.
      quindi attenta sempre all'idioma che usi.

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    8. Ma quanto sei coatto! OH!!!
      Stay beef, con ste minacce, eh.
      ...

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    9. Sono d' accordo con Arianna, non tutti vorrebbero queste cose.
      Esistono persone alle quali la routine piace, li fa sentire vivi, li rende felici.
      Ne esistono delle altre alle quali non basta e non solo, li assopisce, e allora viaggiano, cercano e cercano ancora..non si tratta di scappare da se stessi, anzi piuttosto ci si cerca. Anche io sono alla ricerca del mio perchè.

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  3. il Banale che scrive commenti seri... wowwwwwwww!!
    concordo con lui però.
    e penso anche che tu non abbia un motivo per tornare. come dice v. è bello tornare a casa dopo un viaggio e se tu non provi questo forse è perchè non hai creato o costruito un motivo per tornarci. o forse c'è qualcosa a Roma che odi talmente tanto da non voler più viverci.
    però poi dici che forse anche altrove moriresti. beh... credo che dovresti capire perchè. perchè di solito chi fa cosi è perchè in realtà sta cercando di scappare da se stesso e sappiamo tutti che è una cosa totalmente impossibile.

    ps: anch'io voglio giocare a Merda al circolo degli anziani!

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    1. Quoto quasi tutto quello che hai scritto, cazzona. Tranne il "wow".
      Tu almeno ci studi per fare la psicologa. Io sono 10 anni che lo faccio gratis a tutti. Mi sono quasi maciullato i coglioni. Mamma, mamme, padre, zii, amici, amici di amici di amiche, teste di cazzo ecc.

      Tutto gratis e senza fattura.

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    2. Non so se sto scappando da me stessa... Io credo più che mi stia rincorrendo. Se io sto ferma per troppo tempo in un posto muoio. E' così, ovunque, ma è perchè sono io che sono fatta così. Poi la gente mi stufa, l'ambiente mi stufa, ho terrore della routine. Per questo ora non concepisco il dover passare tutta la mia vita in una stessa città. Non è fattibile.
      Forse ho qualche disturbo dell'attenzione sai. Come quei bambini che non possono stare per più di dieci minuti sulla stessa cosa.

      (Dai, facciamo delle trasferte per i tornei di Merda!)

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    3. @banale: attualmente nessuno mi paga. però sto facendo tanto tirocinio con parenti, amici, amici di amici ecc.ecc..
      @ari: ma sai io non penso sia un disturbo dell'attenzione... penso piuttosto qualche disturbo emotivo.. e per emotivo non mi riferisco solo amore verso gli altri ma in primis verso te stessa.

      (si, si... adoro giocare a Merda!!)

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    4. Ma in tre se po giocà? Lo sapete che non me ricordo più..

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    5. Cristina, scherzavo sul disturbo dell'attenzione, ahaha, mi ci immagini? Dio mio, mi ci manca solo quello!

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  4. nel gioco che conosco io si... anzi l'idea sarebbe tra i 4\5 giocatori..

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    1. Come no. Come Il Banale potesse veramente invecchiare in questa maniera.
      La scorsa settimana ho visto COME voglio invecchiare..lascia stà..

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  5. Non ti conosco, ma mi sembra una condizione abbastanza normale, la tua. E secondo me prima o poi scoprirai che non hai davvero *bisogno* di tutte quelle cose che hai detto, semplicemente sono cose che ti farebbero stare bene ora, ma a un certo punto ti accorgerai che "ti sentirai te" ovunque. Anche nello stesso posto. Anche a Roma.

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    1. Ma mica è vero. Mica necessariamente. Mica tutti ad un certo punto 'si accorgono di...', hanno l'illuminazione.
      Magari la mia illuminazione è questa. Non dovrò mai avere fissa dimora.

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  6. Ma quanta superficialità. Devastante. Deprimente. Demenziale.

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    1. Nei post e nei commenti. Che cacchio, se commenta uno che si definisce banale, c'é poco da meravigliarsi.

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    2. Qui c è una testa di cazzo formato Medaglia D'Oro Olipionica che, evidentemente, non ha di meglio da fare che venire a leggere i nostri post/commenti.

      Ao comprate n'amico, se te senti solo.

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    3. La testa di cazzo deve essere la sua, tanto é vero ch non ho a che fare con i preservativi, a differenza sua che se li mette in testa. Leggo e commento quanto mi pare, a prescindere dalla sua opinione in materia di cui non me ne fotte un cazzo. Ho reso l'idea? Bene.

      P.S. Le persone le compri lei che ne ha bisogno. Con me hanno a che fare gratis. Ha un sacco di soldi da mettere da parte, insomma.

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    4. Ma io ste perle non le avevo lette! Ahahahahahahah!!!!

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  7. Nessuno è fatto per l'infelicità.
    Nessuno!

    Il nostro stato naturale è la salute e la felicità.
    Poi noi (con la nostra mente) ci incasiniamo la vita.
    Io poi sono un maestro in questo...

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    1. Ci sarebbe da definire cos'è naturale, a questo punto. E perchè dovrebbe essere questo il nostro stato naturale, soprattutto! Io non ne sono mica tanto convinta, di ciò.

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  8. Ok per prima cosa sono scandalizzata dal Banana e dai suoi commenti seriosi: lo sapevo che dentro quel bel pezzo di manzo c'era un ragazzo intelligente, è che non credevo si nascondesse così bene.
    Poi: V è V. Credo sarà il mio primo tatuaggio: V. Allattaci, ti prego!

    Poi ancora: Ari, ma che cazz...?
    Poniamo che a tutti piaccia viaggiare ed avere il raptus dell'eremita. Per esempio io ce l'ho, ma me lo devo tenere interculer vista la mia vita attuale.
    Tu dividi la vita in serie A (quella col raptus dell'eremita) e serie D (routine).
    Capisco quello che provi e (mi viene da ridere a scriverlo) quando ero più giovane anche io mi sentivo così.
    Il fatto è che se pensi questo le strade sono principalmente due:
    1 Essere frustrati per sempre
    2 Essere ciechi per sempre
    Sarebbe bello se tu potessi essere 007 infatti, ma metti che per motivo x non ci riesci, cosa fai? Ti ammazzi? Trascorri infelice il resto dei tuoi giorni?
    D'altra parte, se ti dovesse invece riuscire, divenendo quel sogno di vita abitudine anch'esso, finiresti per esserne delusa. Tu mi dirai "no, impossibile, visitare tutti i posti del mondo blablabla" e io ti risponderò "sì,possibilissimo. Avevo un amico che per lavoro era costretto a viaggiare 10 mesi l'anno e indovina? Esatto. A nemmeno tre anni da questo incarico ha cominciato a scassarsi il cazzo e a dire alla piccola me stregata dal suo lavoro: non credere, forse i primi mesi è bello, poi gira e gira un posto vale l'altro quando finisce l'effetto iniziale "

    Non è l'essere sempre in giro Ari. E' bello e forse sarà il tuo modus vivendi (lo spero sia per te che per me), ma non è per quello che sei infelice. Lo stare sempre in giro è solo il modo che hai di alleviare l'infelicità. Una infelicità che coi viaggi c'entra poco perchè è insoddisfazione profonda e fuga da se stessi.

    Non so pensaci.. Magari può esserti utile.
    E poi volevo dirti: quando raggiungi il nirvana grazie a me chiama sta povera vecchia e andiamo a Stoccolma ahhaahahah

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    1. Quindi tutta sta pippa per dare ragione a me e per darmi del "taglio di carne ben fatto"?

      Forte Ella. È meglio dell amaro a fine cena e della sigaretta post scopata.

      E l'incitamento a Vale lo condivido.

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    2. non sei un taglio di carne

      tutta sta pippa perchè ho appena finito di mangiare
      non posso fumare
      sono buttata qui nella ghost house sonnolenta e sudata
      blatero senza un particolare interlocutore
      e sono confusa: non so se rivedere paradiso amaro o le avventure di tin tin e blablabla passami l'acqua
      ehi ho un sonno ragà come vorrei abitare in posto che di notte è silenzioso (e di giorno pure)
      o almeno avere l'aria condizionata e i vetri spessi

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    3. Allooooora...

      Qui mi state, come si dice... non mi viene il termine. Ecco, fraintendendo.
      Io non voglio fare l'hippie, la 007, o la hostess. No.
      E' che...
      Io non concepisco me stessa per sempre in un luogo e al tempo stesso felice. Non ci riesco proprio. Per me staticità e felicità (ma anche solo serenità, eh) non possono stare insieme. Con questo non dico che voglio essere sempre in movimento. E' che io per non deprimermi ho bisogno di fare progetti, e i miei progetti dopo un po' includono sempre l'andarsene. Ma non così a cazzo. Non per la vacanzetta. Perchè devo fare qualcosa in quel posto.
      Vedete ora, che me ne vado a vivere a Trieste. E lì ci resterò per sei anni minimo. E occhei. Mi va bene. Sei anni sono tanti. Ma è uno spostamento. Una minivita di sei anni.
      Dopodichè basta. Dopodichè finirò il mio progetto, e me ne andrò chissà dove. Starò un altro po' in un posto, per delle necessità di studio o lavoro o amore o chisà cosa, lo assorbirò tutto e poi me ne andrò. Il mio lavoro (ahahah, certo) mi consentirà di farlo.

      Non è una vita alla 007. Capisco quel che dice il tuo amico, quel grande paradosso. Ha ragione. E infatti io non cerco quello. So perfettamente che se vivessi in quel modo sarei persa, perchè non riuscirei nemmeno più a trarre benessere dal mio vagare, e allora lì sarei fottuta.

      Il mio post in realtà parlava di Roma. Il fatto che io a Roma non voglio starci. Ovunque, ma non a Roma. E fra sei anni dirò 'Ovunque, ma non a Roma e Trieste', e poi 'Ovunque, ma non a Roma e Trieste e X'. E' così. E non mi sembra una vita impossibile, nè uno scappare dalla propria infelicità e dai propri problemi irrisolti.

      Semplicemente c'è gente che è così. Amo profondamente lo studio per le lingue e la cultura degli altri popoli, indubbiamente i miei viaggi hanno sfumature diverse da chi non ha le mie stesse attitudini, e non credo che la maggior parte di voi abbia i miei stessi occhi durante un viaggio. Perchè il mio viaggio è uno studio costante, la mia è una disciplina linguistica. A Roma, dopo vent'anni,che cazzo di studio costante posso fare? E' come il liceo, al quarto anno già ti sei rotto le balle, nonostante ci siano altre mille cose da studiare.

      Ma non lo so spiegare, non so spiegarlo bene. Ma so per certo che la mia non è utopia, non è bisogno malato. E' come sono fatta. E' materia del mio studio.

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    4. Ari, non è che io V e Andrea siamo deficienti che quando ci mettiamo in viaggio non capiamo quello che capisci tu eh...
      Ognuno di noi diceva che amiamo viaggiare e che dovresti continuare a coltivare questa cosa.
      Poi ecco, ognuno di noi si è spiegato benissimo, quindi non continuerò oltre perchè evidentemente non è il caso.

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    5. Sì, credo sia inutile.
      Comunque io non credo proprio di essere la bambina speciale. E' come, chessò, due che guardano un documentario sulla prima guerra mondiale in tv. Uno è uno storico e l'altro no.
      Ma vabbè.

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  9. ma guarda che questo senso di irrequietezza non dura sempre di solito. tu giro, brighi, vai, fai, vacanze lì, a studiare là, poi il lavoro, e lavori in luoghi diversi e cambiando appena puoi. è solo che la vita, ti fotte, che poi arriva un giorno. un giorno specifico. un giorno come altri giorni. come un sacco sacchissimo di altri giorni che hai vissuto. ma quel giorno tu ti senti a casa. ti senti di essere in un posto che ti fa sentire di essere a casa. così, semplicemente, accade. e allora, quando accade, basta controllare su google maps dove ti trovi. e stabilirti lì. :-)

    nel frattempo, non rompere le palle, e vivi i tuoi luoghi e i tuoi giorni :-*

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  10. Cara signorina Arianna, non si preoccupi, ha un "illustre" predecessore nella sua tendenza a vagare da un posto all'altro. Oddio, si chiama Berlusconi e io mi preoccuperei moltissimo, ma mica siamo tutti uguali.

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    1. Ma sai, secondo me il vagare di fica in fica in realtà non è che possa considerarsi un vero e proprio viaggio o spostamento. Ma quelle alla fine sono scuole di pensiero.

      Quindi mi sento abbastanza al sicuro dal paragone col predecessore.
      E dammi del tu che mi fa strano.

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