venerdì 25 gennaio 2013

Ridere. A dirotto.

Io non posso crederci!
Sì, qui bisogna ridere! As-so-lu-ta-men-te!
Ridere in faccia alla mia vita, ridere in faccia al mio destino e all'ironia di questa sorte così pazza ed imprevedibile!
Sì, bisogna ridere tanto.
A dirotto, come dice una certa persona.

Perché, sapete, io non so cos'altro fare, ve l'assicuro! Io non so se tutto sarà sempre così dinamico e confuso e velocissimo, ma se è così sarà veramente interessante!

C'è una forza oscura, o benefica, o comunque superiore, che mi sta mettendo alla prova in un modo pazzesco.
Ma guardate, ragazzi, queste non sono semplici interpretazioni, è la pura verità. La Verità, cazzo! C'è qualcosa o qualcuno che mi pensa, non so che progetti abbia per me, ma sicuramente si diverte tantissimo. Quindi perché non dovrei divertirmi anch'io, davanti ai miei fatti della vita?

Davanti ad i miei io, io, me, io, moi, je, ja, me, i, jeg, ich. Secondo me la prendo nel verso sbagliato. Non ho l'ironia giusta, non ho un senso dell'umorismo adeguato alle situazioni. Secondo me vogliono solo farmi tanto ma tanto ridere.
Secondo me qualcuno vuole che io gioisca. Che io sorrida.

Amaramente, ma sorrida. E questi miei sorrisi sono i più puri e sinceri che possano esserci.

Perché io non posso proprio crederci! E' tutto così circolare, la storia si ripete, sempre, su piani quinquennali. Ed è tipo-cioè-regà-mo-ve-lo-dico-n'attimo-ve-lo-sto-a-dì TROPPO 'N TAJO ve-l'ho-detto.

Ed è divertentissimo il fatto che io, dopo tre anni, abbia avuto una ricaduta! AHAHAH! Stupendo! Esilarante!
E' divertentissimo il fatto che io, dopo tre anni, dovrò incontrarmi ancora con un casino di dottori! MA vi rendete conto? Cambia lo scenario, adesso qui c'è il mare, ma la storia si ripete! Chi lo diceva, Vico? Vico è un fottuto genio!
E' divertentissimo il fatto che io, dopo tre anni, debba nuovamente soffrire le pene dell'inferno ed un dolore fisico pressoché intollerabile!
E' divertentissimo il fatto che io, dopo tre anni, dovrò operazioni un'altra volta!
Ed è divertentissimo il fatto che la mia vita si fermi di nuovo, per mesi e mesi! Mesi e mesi a casa, mesi e mesi di malattia e di prognosi e di cure e di recupero e di guarigione e di farmaci e di letto e di tutto!

E poi vengono a dirmi che io sono la solita ragazzetta che ha problemi ad accettare il proprio corpo. E GRAZIE AL CAZZO. Mi prende per il culo! Come posso prenderlo sul serio??? Direi che sono più che giustificata! E ringraziate anche il fatto che non me la prenda troppo con mia madre, che mi ha creata così debole e piena di robe congenite di merda! Anzi, troppo matura sono!

La mia vita è incredibilmente assurda! Una fottuta pagliacciata! Una delle ultime commedie di basso livello!

Ma cazzo, non ci vedete un'ironia strabiliante in tutto ciò? Sono due giorni che soffro come un cane eppure rido come una pazza! Una fottuta pazza!

RIDETE A DIROTTO CON ME, CAZZO.

lunedì 21 gennaio 2013

I fatti dentro ai fatti dentro ai fatti.

Mettiamoci il fatto che io adesso fra le mie mani avrei dovuto avere un bambino. Uno di quelli che non vorresti mai. E infatti non c'è.
Ma questo fatto lo mettiamo in realtà subito da parte. Che non so se mi va di scriverne ora.

Va un po' meglio. Perché?
Che cazzo di domanda è "perché"? E allora perché prima andava peggio? E chi lo sa? Non si sa.
C'è però una risalita. Non so se sarà costante eh.
Credo che probabilmente questa salita mi darà giusto l'energia necessaria per combinare un paio di casini.

Un giorno un ragazzo di facoltà col quale scambiavo sì e no due saluti mi scrive una sera dicendo che vuole venire a casa mia. Posso? Se mi dici dove abiti ti raggiungo.
Sì, prego. Anche perché se sei un altro che pensa di potermi scopare così facilmente sono ben felice di mostrarti quanto tu abbia sottovalutato la tua "preda". Insomma, se mi vuoi fregare ti devi impegnare, mica è così semplice. Vieni nella tana del lupo, che ti insegno io come si sbrana.
E lui entra e mi sembra la scena di un uomo che torna a casa dal lavoro.
Poi mi dice che mi farà ascoltare delle canzoni perché una come me non può non capire il grande disegno che si trova dietro all'elettronica e che mi farà avere il mensile sul quale scrive e che lui vuole diventare come Lello Voce e che deve assolutamente andare a vivere per un periodo a Parigi. Io gli faccio ascoltare delle canzoni perché uno come lui non può non capire il grande disegno che si trova dietro all'ambient e che gli farò avere il mensile sul quale scrivo e che voglio diventare come Keaton Henson e che devo assolutamente andare a vivere per un periodo a Parigi. Dopodiché ci sediamo per terra a bere vino da due soldi e a farci le canne continuando a parlare di roba molto intellettuale.
Ed è già la terza volta che accade tutto ciò. Non ci cerchiamo se non per vederci. Poi ci vediamo, prendiamo quei momenti e ce ne torniamo sulle nostre strade. Ed io non ne capisco bene il senso in realtà. Ci incontriamo a casa mia e ci parliamo come se fossimo amici di vecchia data.
Inutile dire che questa cosa mi piace. Mi stuzzica la testa in un modo anche un po' perverso.

Dopodiché mi sono scelta per compagno di giochi anche il mio "capo". E infatti io ci sto giocando parecchio.
Ma proprio alla grande.
Lui però ancora non si è accorto di quanto io lo stia prendendo in giro. E' che mi piaceva la grande sfida, riuscire a smontare le certezze di un uomo di trent'anni così sicuro di sé ed apparentemente equilibrato.
Ma diamine... E' fin troppo facile. Pensavo di dovermi impegnare almeno un po'. E invece il suo punto debole risiede nell'ego smisurato che possiede. E nelle insicurezze e ansie che portano manie di controllo, ed il suo essere compulsivo, e i suoi problemi nel riconoscere l'autorità e le manie di protagonismo. Basta dargli il la e ti sciorina tutta la sua vita. E tutti i suoi punti deboli, senza nemmeno accorgersene.
Quando sono entrata nel locale l'altra sera ha cominciato a sudare. E poi lì a chiedermi se il gruppo mi fosse piaciuto. E poi lì a stare fino alla mattina successiva a parlare. Di lui, ovviamente, senza che se ne rendesse conto. Ma anche lui è da apprezzare. Mi fa conoscere della musica veramente grandiosa. E' un appassionato, è uno che si è creato il suo piccolo regno, è uno da rispettare, forse, in un certo senso. Diciamo pure che se certe volte non mi prendessero gli attacchi da stronza, lo rispetterei anch'io.


Insomma... Mettiamoci dentro anche un altro fatto, legatissimo al primo di tutta la questione:

fatto sta che io voglio fare male a qualcuno. Una voglia matta. Sconsiderata. E lo ritengo un passo importante, visto che di solito faccio male a me stessa. Eh no. Stavolta tocca a qualcuno. Mi sto salvaguardando. Vedete che brava che sono? Mi prendo cura di me. E faccio male ad un altro.

Devo solo scegliere a chi dei due.

...Anghingò tre civette sul comò...

lunedì 14 gennaio 2013

Sta arrivando. Di nuovo.


Mi attacca, di nuovo.
Notti in bianco.
Forse è colpa di Keaton Henson. Sicuramente è colpa sua.
Non ho voglia di studiare. Non ho voglia di mangiare, non ho voglia di dormire, non ho voglia di fare nulla.
Ascolto ripetutamente le sue canzoni, quando finisce l'ascoltabile suono Gnossienne n1 e non arrivo mai all'accordo finale, continuo per ore ed ore senza fermarmi. Una litania. Una tragedia.
Ci sono delle lacrime che verso. Quando lo ascolto. E questo potrebbe andar bene. Ma  anche quando faccio la lavatrice. E questo sicuramente non va bene.

Forse sta tornando. Ho paura, sono molto allarmata.
Sentivo la forza, prima. Ora... Mi sembra di non averla più. Ho dimenticato come si fa a fermare questa cosa.

Non voglio tornare laggiù. Non voglio tornare in quelle parti della mia testa. Non voglio sprofondare come ho fatto l'anno scorso. Esattamente un anno.
Non voglio fallire di nuovo, ma non so come fare.

Cosa diamine ho che non va? Perché sono sempre così sbagliata in ogni situazione?
Sarò infelice a vita. E sarà solo colpa mia.

Ho paura.

P.S.: Quel disegno è l'unica cosa che sono riuscita a fare oggi. Si chiama Una Celebrazione. Mi sono celebrata così, perché c'è ancora dell'autocompiacimento nel mio malessere. Finché c'è quello niente sprofonda del tutto.