giovedì 6 dicembre 2012

Flussi di cose. Anemie, sangue, sudori e sogni.


Due spettacoli, sabato. Per la giornata contro l'AIDS.
E' stato bello.

Il primo con attori assolutamente non professionisti. Ed era uno spettacolo divertente. Incomprensibile. "No perché quiero far uno espettiacolo che prende dal teatro arhentino anni '70, la sceneggiatura la facciamo noi", dice l'operatore, arhentino. Ed è venuto fuori qualcosa di assurdo e comico e triste. Così ho aperto le danze con Очи чёрные. E poi Bang bang. Finché la chitarra non si è scordata per il calore delle luci, e a Mercedes Benz avrei voluto lanciarla addosso al pubblico. Ma mi hanno detto che non si è sentito molto. Ma io mi ero incazzata.
E poi quello più serio. Quello in cui avrei dovuto recitare. Mafalda da giovane, una piccola sciacquetta. "Una volta gli uomini mi cercavano l'anima in mezzo alle gambe, il cuore dentro il reggiseno, la voce dentro le labbra". E poi una punk rannicchiata a terra che non riusciva a cantare, perché nessuno l'ha mai voluta ascoltare sul serio.

Beh. Sulla qualità delle prestazioni non posso dire nulla. Ma, rispetto a due anni fa, la voce non tremava. La mia voce non trema più, no.

Il primo spettacolo parlava dell'assenza. Parlava di un puzzle al quale manca un pezzo. L'imperfezione umana. Alla fine ci sarebbe dovuta essere una scena nella quale un passante trovava a terra un pezzo di puzzle, lo guardava, e lo buttava via. Ma è stata tagliata. No, poi è troppo ciclico, lasciamo l'imperfezione.

Fu incredibile quando, fra i due spettacoli, un attore togliendosi le scarpe, vi trovò dentro un pezzo di puzzle, probabilmente appartenente alle sue due figlie.
Ma era lì. Ed era un segno. I soliti segni che mi vengono a cercare. E allora la voce non ha tremato, allora sapevo che sarebbe andato tutto molto bene. E così è stato.

E ora c'è il vuoto. Perché i sabato mattina mi divertivo ad andare fin lì e a parlare e provare.

Hanno pubblicato un mio articolo. Sul giornale di strada del quale parlavo.

E domani comincerò a "lavorare" (perché ovviamente non mi danno nulla, essendo un'altra organizzazione di volontari) nella mia tana preferita. Quella nella quale mi infilo la notte a sentire musica. Sbiglietterò e farò la buttafuori. Mi piace tantissimo questa cosa.

Sì, solo fatti. Racconto fatti ultimamente. E' bello raccontare i fatti. Sono noiosi da leggere, ma mi piace sapere di averli.
Mentre in questo paio di giorni sto morendo dissanguata. Un'esperienza extrasensoriale, ve l'assicuro. Un'anemia storica, che non so da cosa dipenda. Non riesco ad andare a lezione. Dormo. Tantissimo. Ieri sono stata sveglia solo per 5 ore, e poi via, con le mie 12 ore di sonno alle spalle, e altre 9 ore successive. Provo un piacere unico nello sprofondare fra le coperte. Tanto da accucciarmi e cullarmi un po', da sola. Sogno tanto. Sogno cose strane alle quali non so dare un'emozione.
Sogno la bambina, figlia dell'operatore della quale mi sono innamorata. Sogno di avere uno sgabuzzino in più a casa. Sogno una pomiciata lesbica con una ragazza conservatrice canadese con la quale ho legato qui, e con la quale abbiamo parlato di omosessualità. E allora io me lo sono chiesta come sarebbe, se ci riuscirei. Se l'omosessualità vienga dalla genetica o è solo un fatto culturale. Perché altrimenti potrei esserlo anch'io. Potremmo esserlo tutti. Pensavo che l'unico modo fosse quello di sognare. Così ho sperimentato, a modo mio, come faccio sempre. Condizionandomi. C'ho pensato intensamente per l'intera settimana, anche prima di addormentarmi, e finalmente il sogno è uscito fuori. E... Nulla, non mi piaceva. C'avevo quelle due tettone lì davanti a me e non vedevo altro che carne, semplice, pulita, pura. Quindi, ora che l'ho provato, lo so.

Ho una sensazione di irrisolto, probabilmente dettata da una mia passività.

Cos'è che voglio fare veramente? Cos'è che voglio essere?
Ho una volontà?

Mi sforzerò di sognare anche questo.

11 commenti:

  1. comincia a farsi interessante la cosa.
    Eh, che manca Triste dopo un po..

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    1. Ah sì? Si fa interessante? Cosa di preciso?
      Manca Trieste? Eh?
      Eh?

      Non ho capito un cazzo di ciò che hai scritto. Ma va bene così.

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    2. tu letargica da troppo poco cibo
      il banale dislessico da troppo alcool
      :-D

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    3. Mh. Io sto mangiando. Per forza. Sto troppo male per non farlo. E infatti ora sono le 2 e sono arzilla e sto facendo le pulizie di primavera.

      Il Banale secondo me è dislessico da troppo POCO alcool.

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    4. Quando avete finito di generare ipotesi a cazzo ditemelo.
      Che mi piace questo tuo attaccarti ad ipotesi saffiche.
      Almeno è un motivo per farmi venire la voglia di Trieste.

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    5. anvedi il permaloso :-P

      ciao banà :-)

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  3. La faccenda della buttafuori è audace assai
    Thunderblue

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  4. e allora succede che soldato arianna si ritempra nei suoi sonni e si rituffa dentro la vita e non sai mai quando riemergerà e con che cosa riemergerà.
    e se devesse capitarti di incrociarla sappi che qualcosa accadrà. qualche piccola molecola di te si attaccherà al suo subconscio insieme alle molecole dell'aria della stanza, della strada, del locale in cui siete. e poi finirai qui. un giorno, una settimana, un mese dopo, tu finirai qui. e sarai nascosto in una delle lettere che compongono quello che qui verrà scritto.
    a volte succede qualcosa di ancora più strano.
    succede che la gente e le cose si materializzano l e t t e r a l m e n t e in ciò che le sta attorno, come quell'artista di strada di parigi che di recente si è materializzato in un pezzo di un puzzle dentro le scarpe di un attore. o come l'aria fresca della notte di roma, capace di farsi vento e risalire lo stivale fino a scordare una chitarra.
    lei non lo sa. trova spiegazioni logiche.
    le figlie.
    il caldo dei faretti.
    poi però chiama queste cose segni.
    poi però chiama queste cose in sogno.

    chissà che direbbe di lei la vecchina dei talenti.
    chissà.

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  5. Mmm, sono sogni letterari e basta. Sonzogno o son desto?

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