lunedì 21 gennaio 2013

I fatti dentro ai fatti dentro ai fatti.

Mettiamoci il fatto che io adesso fra le mie mani avrei dovuto avere un bambino. Uno di quelli che non vorresti mai. E infatti non c'è.
Ma questo fatto lo mettiamo in realtà subito da parte. Che non so se mi va di scriverne ora.

Va un po' meglio. Perché?
Che cazzo di domanda è "perché"? E allora perché prima andava peggio? E chi lo sa? Non si sa.
C'è però una risalita. Non so se sarà costante eh.
Credo che probabilmente questa salita mi darà giusto l'energia necessaria per combinare un paio di casini.

Un giorno un ragazzo di facoltà col quale scambiavo sì e no due saluti mi scrive una sera dicendo che vuole venire a casa mia. Posso? Se mi dici dove abiti ti raggiungo.
Sì, prego. Anche perché se sei un altro che pensa di potermi scopare così facilmente sono ben felice di mostrarti quanto tu abbia sottovalutato la tua "preda". Insomma, se mi vuoi fregare ti devi impegnare, mica è così semplice. Vieni nella tana del lupo, che ti insegno io come si sbrana.
E lui entra e mi sembra la scena di un uomo che torna a casa dal lavoro.
Poi mi dice che mi farà ascoltare delle canzoni perché una come me non può non capire il grande disegno che si trova dietro all'elettronica e che mi farà avere il mensile sul quale scrive e che lui vuole diventare come Lello Voce e che deve assolutamente andare a vivere per un periodo a Parigi. Io gli faccio ascoltare delle canzoni perché uno come lui non può non capire il grande disegno che si trova dietro all'ambient e che gli farò avere il mensile sul quale scrivo e che voglio diventare come Keaton Henson e che devo assolutamente andare a vivere per un periodo a Parigi. Dopodiché ci sediamo per terra a bere vino da due soldi e a farci le canne continuando a parlare di roba molto intellettuale.
Ed è già la terza volta che accade tutto ciò. Non ci cerchiamo se non per vederci. Poi ci vediamo, prendiamo quei momenti e ce ne torniamo sulle nostre strade. Ed io non ne capisco bene il senso in realtà. Ci incontriamo a casa mia e ci parliamo come se fossimo amici di vecchia data.
Inutile dire che questa cosa mi piace. Mi stuzzica la testa in un modo anche un po' perverso.

Dopodiché mi sono scelta per compagno di giochi anche il mio "capo". E infatti io ci sto giocando parecchio.
Ma proprio alla grande.
Lui però ancora non si è accorto di quanto io lo stia prendendo in giro. E' che mi piaceva la grande sfida, riuscire a smontare le certezze di un uomo di trent'anni così sicuro di sé ed apparentemente equilibrato.
Ma diamine... E' fin troppo facile. Pensavo di dovermi impegnare almeno un po'. E invece il suo punto debole risiede nell'ego smisurato che possiede. E nelle insicurezze e ansie che portano manie di controllo, ed il suo essere compulsivo, e i suoi problemi nel riconoscere l'autorità e le manie di protagonismo. Basta dargli il la e ti sciorina tutta la sua vita. E tutti i suoi punti deboli, senza nemmeno accorgersene.
Quando sono entrata nel locale l'altra sera ha cominciato a sudare. E poi lì a chiedermi se il gruppo mi fosse piaciuto. E poi lì a stare fino alla mattina successiva a parlare. Di lui, ovviamente, senza che se ne rendesse conto. Ma anche lui è da apprezzare. Mi fa conoscere della musica veramente grandiosa. E' un appassionato, è uno che si è creato il suo piccolo regno, è uno da rispettare, forse, in un certo senso. Diciamo pure che se certe volte non mi prendessero gli attacchi da stronza, lo rispetterei anch'io.


Insomma... Mettiamoci dentro anche un altro fatto, legatissimo al primo di tutta la questione:

fatto sta che io voglio fare male a qualcuno. Una voglia matta. Sconsiderata. E lo ritengo un passo importante, visto che di solito faccio male a me stessa. Eh no. Stavolta tocca a qualcuno. Mi sto salvaguardando. Vedete che brava che sono? Mi prendo cura di me. E faccio male ad un altro.

Devo solo scegliere a chi dei due.

...Anghingò tre civette sul comò...

51 commenti:

  1. Risposte
    1. Mi cito. Che cazzo di domanda è "perché"?

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    2. Perché lo chiedono tutti i bambini e le persone intelligenti. Sempre meno, direi.

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    3. tu sei capace di commenti crudeli per onestà e per schiettezza.
      farò altrettanto:
      hai scelto il corpo a corpo all'arma bianca con la vita.
      ma stai tenendo il coltello dalla parte dell'altra lama.
      e lo sai. lo sai perfettamente.

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    4. SS: E' vero, lo chiedono i bambini, che detesto, e le persone intelligenti. Ed è una cosa giusta e lecita.
      Il problema è che non c'è risposta a nessun perché. Mai. Mai sul serio, almeno.

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    5. Hai ragione red.
      Tutto ciò non è comunque spiegabile. Potrei dirti che adoro vedere il mio sangue. O che la felicità non è abbastanza creativa per me, ma fatta solo per essere consumata, e quindi non mi interessa. O che tendo a sabotarmi. Un maggiore perché potrebbe risiedere forse nel fatto che io sia un po' disturbata.

      Ma... Non ha importanza. Perché tanto al Perché non si arriva mai.

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    6. c'è un senso di eroico e di maledetto in questo. c'é un senso di un sacco di cose che uno farebbe bene a non pronunciare mai, non di notte, perlomeno.
      perché poi ti si attaccano addosso, la notte stessa ti si attacca addosso.
      certi pensieri non puoi più lasciarli, ti si incollano sotto le scarpe e connotano le tue impronte per un tempo che non è per sempre solo perché "per sempre" è proprio il contraio di ogni tua cosa.
      ma nello scatto tra un'oscurità e l'altra permetti all'otturatore di far entrare lo spazio di un fotogramma di luce, arianna.
      perché è questo, la felicità, una polaroid che ti si sviluppa tra le mani in pochi istanti. poi si congela in un ricordo su carta chimica che col tempo cambia i colori.

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    7. Può darsi. Ma che le cose le sento e le vedo diversamente dalla maggior parte delle persone, lo so da sempre. Così come so che è meglio schiattare a cinquant'anni di cancro che morire da vecchio imbecille a novanta. Tutti preferiscono il secondo, naturalmente. Io no.

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    8. che dio t'ascolti. anche se un paio d'anni in ritardo.

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    9. Pensi ai suoi, di anni. E pure a quello che non esiste.

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    10. Io le auguro di ritrovarsi a pisciarsi e cagarsi nelle mutande a novanta, circondato da gente che non vede l'ora che si tolga dai piedi e la tratta da rimbecillito. Me la vedo, a sorridere beato e beota, in mezzo a gente di merda come lei, in base al principio che chi si somiglia, si piglia.

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    11. hai dimenticato di prendere gli psicofarmaci anche oggi, vedo, povera zoccola.

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    12. Ahahahah, se sono una zoccola io, buonanotte! Guardi sua madre, piuttosto. Sempre che ne abbia una. Io l'avrei abbandonato in culla o mi sarei suicidata. Saluti, Elephant man.

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  2. Da una parte sono quasi fiero di te.
    Dall'altra penso che tanti "attrezzi" strani, solo tu riesci a conoscerli.

    Il tipo che fuma parlando con te di Parigi e che mi da tanto l'idea del tipo che ti guarda con l'occhio spento mentre la sigaretta si consuma tra le sue dita: ecco io credo sia il tipo di persona che si approfitta dell'ossigeno a sua disposizione.
    Non posso permettere che mi fotta il prezioso gas.

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    1. Mah...In realtà ho amici molto più atteggioni e finto-malinconici, lui è ancora abbastanza sicuro di sé e ripone un po' di fiducia nella vita, nonostante mantenga una facciata forzata di cinismo. Dunque, è ancora molto ingenuo, ahah.

      Comunque sì, me li trovo tutti io. Ma sono carini, dai. Non sono carini? A me paiono dei pupazzetti tutti speciali.

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    2. Sarà che non mi frequento con gente "carina".
      Che non stimola.
      O almeno non più di una sigaretta fumata avidamente dopo il caffè.

      Secondo me sei troppo cazzona insaid per fare per forza la seriosa-pseudo-radical-chic.

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    3. No, guarda che recito bene. Una parte di me poi lo è. Sono in perenne conflitto con l'artista acculturata e la rebibbiese che è in me. Non pensare che non abbia fatto ascoltar loro Me presento de Le Cicalone, sà.
      E poi in realtà questa gente la preferisco a molte altre. Perché imparo delle cose. Occhei, me le danno come nozioni, come esercizi di stile e sfoggi di cultura, ma certe cose valgono. E quando le trovo le faccio mie.

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    4. Esatto. Come esercizio di stile.
      Non mi piace sentirmi una pagina di esercizi del loro cervello.
      Si sentono meno puttane.

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    5. Anche la sigaretta dopo il caffè mi risulta sia un ottimo esercizio. Per andare a cagare.

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    6. ari, hai preso i parassiti....

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  3. Non ti stufa quell'atteggiamento pseudo bohémien che mi pare trasudino un certo tipo di persone? Ché, ad un certo punto, perde il suo fascino anche lo studio sociologico.

    Penso poi che il male sia sempre una causa. Mai una conseguenza. Non vuoi far male perché ti hanno fatto male. Forse vuoi far male perché far male dà controllo. Su di sé e gli altri. Ma in fondo, non lo so. Non so quasi mai niente, io. Uso solo bene le parole :)

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    1. LEi mi ha rubato le parole salivanti dalla bocca.
      E come lo fa lei..

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    2. Ma è anche per questo che farò loro del male. Per l'atteggiamento bohémien.

      Per il resto... No, loro non mi hanno fatto assolutamente nulla. Credo sia proprio come dici tu.
      No no, sai un sacco di cose invece.

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    3. Eh come so scambiare io la saliva...

      Direi che allora, il tuo, è un intento più che nobile. Certe persone, anche se non fanno nulla, è giusto che abbiano una dose di mazzate. Perché l'importante è non rimanere fermi. E loro lo fanno. Fermando anche te ché sei facile a distrazioni e che hai bisogno di distrazioni per ingannare i pensieri.

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  5. il terzo.
    che quando vuoi colpire duro, fallo al passante casuale.
    che non riescono a risalire a te, dopo.

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    1. Ma poi non mi incasinerei abbastanza la vita. Non c'è gusto.

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    2. e allora daje a quello più spaccone.
      e salvaguarda quello invece che si pone nel modo più carino verso di te.
      che se no, non potete lamentarvi, poi, che siamo tutti stronzi.

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    3. Non è una lamentela. È una constatazione.

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    4. hai visto kov?

      Che lei ci tiene a noi.

      Dove può, segue sempre e solo noi.

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    5. andrè, da quando le ho scritto che di noi due uno davanti e l'altro dietro, questa ci ha creduto, e ci segue ovunque sperando sia la volta buona. che tenerezza, nevvero? :-D

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    6. Signor Kovalski, quanto è squallido. Non so cosa le faccia credere di avere un qualche fascino su di me. Io me la immagino orrendo, pensi un po'. E pure minorenne, dal cervello. Per altro, visto il genere di sciacquette con le quali ha a che fare, che usano le meningi giusto per capire quando aprire o chiudere le gambe, dubito che sappia cosa possa passare nella mia testa. Anzi, non dubito, lo escludo proprio. Se le interessa saperlo, seguo il suo blog perché è molto cretino. Mi auguro non abbia velleità letterarie, perché scrive da schifo. In compenso sono interessanti i commenti delle sue sciacquette, specie dopo aver letto un libro spazzatura che parla proprio di quelle donnette lì. È utile sapere a cosa non vuoi assomigliare. Perché la gente non faccia confusione. Lei la fa, ma perché è evidente che non conosce alternativa. Visto il tenore della sua conversazione non mi meraviglia affatto. Direi che è parecchio scadente. Al punto che deve ricorrere alla censura quando le mancano gli argomenti. Si tenga le cameriere e le badanti, dunque. Oltre non va.

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    7. kovalski21 gennaio 2013 17:22
      e allora daje a quello più spaccone.
      e salvaguarda quello invece che si pone nel modo più carino verso di te.
      che se no, non potete lamentarvi, poi, che siamo tutti stronzi.

      Quel sistema lì va bene per le cameriere e le badanti. Vede come la si sgama facilmente?

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    8. Aggiungo che, se il principi attivo è l'essere stronzi, che venga somministrato per mezzo del semplice generico o del farmaco a marchio noto, con contorno di pubblicità, scatolina colorata e gadgets veri, non cambia molto. Il principio attivo rimane quello comunque. Cioè essere stronzi. La differenza è solo nella forma. Per me, non cambia molto se non nei costi di pazienza necessaria.

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    10. ahahahah. ma sei un spettacolo! ma cosa ne vuoi sapere tu di capacità di scrittura, che a leggerti sei arrivata a malapena alla terza media?! eddai! ma cresci va là! (di testa, che di anagrafe sei già troppo in là)

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    11. Mi tocca darle ragione. In effetti, lei le cazzate le scrive benissimo. Io, invece, ci metto molto meno impegno. Forse perché sono cazzate. Sì, mi fila. Evidentemente lei non sa di scrivere cazzate e ci si impegna molto più di me per quello. Beh, allora glielo dico io: signor kovalski, scrive un mucchio di cazzate. Adesso veda lei se è il caso di scriverle in forma ineccepibile o fregarsene di come le scrive, come me.

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    12. ari, c'hai le zecche sul blog. mi spiace, ma davvero tanto. mi spiace che ce l'ho portata ioui. ma non ci posso fare nulla. mi segue ovunque, è ossessionata questa, ormai. sai com'è, a non volerglielo dare, sclerano.

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    13. Veramente sono stata io a portarla da te... E anche dal Banale. Ahahahah.

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    14. ma prendi gli antibiotici allora, prima di attaccare a me e al banale 'ste malattie veneree qua!
      ;-D

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    15. Signor kovalski, il suo muscoletto informe può tenerselo. Mette tristezza senza averlo visto, figuriamoci dopo.

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    16. muscolo?!?! oddio. ma sei più ignorante delle nostre più cupe aspettative, tu!

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    17. Mi è venuta in mente la carne anemica nel preservativo, al supermercato. Pensi che visione erotica. Rende l'idea. L'unica roba rigida è il contenitore di polistirolo. Lei cosa usa, il mestolo di legno?

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  6. Al primo. Con l'altro sarebbe troppo facile, che gusto c'è?

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    1. C.V.D. Voi non fate le cameriere e le badanti deduco. Spiegateglielo, ad uno a caso.

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  7. Io avrei detto il secondo. Solo perchè uno che parla solo di si mi manda sui nervi.
    però potresti farlo ad entrambi. Non si dice per caso: Due è meglio di uno? ;)

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  8. direi di non pensarci,
    colpire d' istinto..

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