mercoledì 23 maggio 2012

L'apprendimento di uno stato interessante pt.4

Raccontavo, e mentre raccontavo piangevo, appoggiata alla macchina, con la birra in una mano e la sigaretta nell'altra. G non mi ha giudicata, anzi. Per un attimo era come se avesse capito quanta ingiustizia c'era in quello che mi stava accadendo. Per questo mi ha detto "Se le cose devono accadere, accadono. Doveva succedere. Inutile pensare a cosa avresti potuto fare".

Siamo salite a casa sua, e io, che non sono proprio famosa per reggere l'alcol, già barcollavo. Nonostante questo continuavo a fumare e G, che dopo la sua trasformazione in 'brava ragazza' ha cominciato ad odiare tutto ciò che riguardasse alcol e divertimento, cogliendomi di sorpresa, mi ha offerto una crema di limone piuttosto forte.
"Fuma, bevi, fai quello che vuoi. So che le donne incinte non possono stare vicino ai gatti. Tiè, sniffa un po' il pelo di Annibale".
Abbiamo passato le ore fra calcoli e siti internet sulla gravidanza, sperando di trovare qualche sintomo che potesse ricondurmi al periodo. Avevamo calcolato, col calendario alla mano che se anche fosse accaduto il più in là possibile, avrei comunque avuto un po' di tempo. Insomma, non ero proprio fottuta. Ma io mi conosco, se c'è una cosa che deve andarmi male, se c'è qualche rischio che potrebbe capitare, io me lo becco. Per questo in quel momento non riuscivo a credere che avrei potuta scamparla.
Pensavo che avrei fatto di tutto, avrei cominciato a digiunare, mi sarei buttata dalle scale, avrei cominciato a bere e a drogarmi e a darmi cazzotti sulla pancia, pur di non avere questo bambino. Io non voglio nessun bambino. Ho sempre avuto paura di quelle creature strane e un po' malefiche.

Avevamo tempo, erano le 16.00. Così siamo andate a prendere F al Policlinico, che lei fa lezione lì. E proprio lì mi ero accorta di non avere più il celllulare. Ho chiamato mia madre, e lei già lo sapeva, perchè le aveva risposto una ragazza che l'aveva trovato per terra. 'Perfetto, vado a prenderlo'.

Ho ringraziato una certa forza superiore per non avermi inflitto l'ennesima batosta, ma poi mi sono accorta che quello sarebbe stato il minore dei mali. Mia madre, solo per il fatto che mi trovavo al Policlinico, da quel giorno ha cominciato a sospettare. E io l'ho odiata e la odio, perchè mi legge così bene, anche quando vorrei cavarmela da sola.

Raccattata F, siamo tornate al Poliambulatorio. Ho mostrato la ricevuta, mi hanno consegnato un foglio. Siamo uscite, io l'ho aperto, ma non riuscivo a capire. C'erano solo numeri su numeri. Poi ho cominciato a distinguere i 'miei' numeri da quelli dei valori di riferimento, ma non riuscivo a leggere le cifre, gli occhi si incrociavano, gli zeri non riuscivo a contarli; mi sono seduta, le mani mi tremavano.
Poi G ha preso in mano la situazione, gentilmente mi ha chiesto il foglio, è tornata dentro, e ha chiesto alla signora al bancone di leggerglielo.
Io e F l'aspettavamo lì sedute, finchè non è uscita a passo svelto ma spavaldo, con la faccia tranquilla.

"Tu hai 1950,80 di sta roba, occhei? Ciò significa che stai intorno alla 4° o 5° settimana, occhei? Stai proprio tranquilla, abbiamo tutto il tempo che vogliamo per fare le cose con calma. Daje. Ma infatti era impossibile che fosse di più, cioè, dai, non se poteva, dovevi essere proprio sfigata."

Fuori da quel Poliambulatorio ci siamo abbracciate, abbiamo gridato di gioia e abbiamo saltellato un po', piene di sorrisi in faccia. Sapevo che sarebbe stata l'ultima occasione di gioire, in tutta questa faccenda, e me lo sono goduto.

Meno male che sono solo sfigata a metà.



5 commenti:

  1. Una volta mi sono sentita come te. Poi vabbè, ho cambiato idea.

    Tornerò a leggere.

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  2. Se ti sei sentita come me sono veramente contenta che poi tu abbia smesso.

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  3. Sono arrivata qui per vie traverse. Mi sono trovata nella situazione due volte. La prima ho abortito, la seconda l'ho tenuto. Ed è nato handicappato.

    Suppongo tu abbia già ampiamente deciso, da come scrivi. In bocca al lupo, il peggio viene dopo.

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  4. Crepi, davvero.
    Ho deciso di scrivere tutto questo, e di renderlo pubblico, un po' perchè me lo consiglia la terapista, un po' perchè sentivo il bisogno di sputarlo fuori, e un po' perchè io avrei voluto trovare un blog del genere quando ero in crisi, quindi spero di farmi trovare da qualcuna che (non so in che modo) ne abbia bisogno.

    E un po' perchè non voglio assolutamente dimenticare nulla di tutto ciò.

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  5. Hai fatto benissimo a condividere la tua esperienza, non sei l'unica, non sei la prima e non sarai l'ultima a sentirsi scrutata, additata come la peggiore delle puttane ( ho letto anche gli altri post, lungi da me dal pensarlo) perché alcuni medici è con questo pensiero che ti guardano , alla faccia della modernità e dell'emancipazione. E' dura ,non ho vissuto questa situazione e perdonami se aggiungo per fortuna, ma l'ho vista di riflesso negli occhi di un'amica. A lei non l'ha segnata, almeno così dice e a dire il vero così sembra, ma quando ti ci trovi così vicino ,anche se trasversalmente. non puoi fare a meno di chiederti se ci fossi stata tu al suo posto cosa avresti fatto, come ti saresti sentita. Io sono molto empatica, ogni dolore delle persone che amo lo sento mio.
    Abortire non è essere deboli, anzi.
    Un abbraccio

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