mercoledì 16 maggio 2012

Sommario.

Ecco, sì. Il post di prima, avevo il bisogno impellente di scriverlo, e non sono stata lì a fare tante presentazioni.

Beh, che dire. Sono un fiore, il 2012 mi sorride in qualisiasi campo io mi proponga d'addentrarmi.
Ho vent'anni. Ho studiato Lingue per l'Interpretariato e la Traduzione. 3 mesi. Sì, era quello che volevo, ma non era lì che volevo essere. Io ho grandi aspettative, grandi sogni, vedevo il mio futuro a Trieste. Invece un giorno mi sono svegliata e mi sono detta 'cazzo, è Roma, ancora'. Mi sono accorta di un'ennesima seconda scelta, e non potevo accettarlo.

C'ho provato, eh, ma tutto il mio corpo si è rifiutato. Ho dato il mio primo e ultimo esame il 19 gennaio. Uscita da quell'aula, esattamente poche ore dopo, ho cominciato la mia discesa verso la depressione.
Sì, signori e signore, la depressione. Quella che ti fa stare per mesi immobile a letto e ti fa piangere e ti fa sembrare che anche il solo respirare sia inutile. Quella lì. Farmaci e terapie e menate successive.

Poi mi sono ripresa, ho azzardato un viaggio a Parigi un mese fa, e ho ricominciato a progettare.
Sì, mi stavo riprendendo, eccheccazzo, me lo meritavo, dopo sedute su sedute a squartarmi l'anima davanti ai traumi infantili (e non) che io e la mia adorabile psicologa ci apprestavamo a sezionare ogni volta. Sentivo finalmente un sapore dolce in bocca. Il sapore del miele, e la dolce consapevolzza che nemmeno una caloria mi stesse invadendo il corpo.

E poi niente. Boom. Incinta di un ragazzo che non amo, e che per quanto mi sia sforzata per più di un anno non avevo amato mai. Un ragazzo che purtroppo, per quanto si sforzi di starmi vicino, riesce a farmi sentire sempre immensamente sola, soprattutto ora. Per questo, anche se lui ancora non lo sa, non mi accompagnerà nemmeno ad abortire.

Dopodichè partirò per la Francia, e poi per l'Inghilterra. Scapperò. Spero che il resto del mondo riesca a prendersi  cura di me, visto che è una vita che io non riesco a farlo.

Non so se questa sia una presentazione, forse no. Forse sono solo fatti, ma resteranno con me per sempre, come se fossero antiche maledizioni.

14 commenti:

  1. Stima per la sincerità.
    Non è poco per una vaginomunita. ;)

    Ah, lascia perde l'Inghirlanda o la patria dei mangiatori di Baguette: scegli Dubai. Li è la nuova america.

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  2. Quand'ero più piccola sognavo l'America, ma in fondo non è quello che cerco sul serio. Dubai, poi. Ma non scherziamo, scusa. Il surrogato del surrogato del surrogato di un qualcosa che forse va bene solo per un viaggio episodico, non certo per una vita intera.

    Condivido il pensiero negativo per l'Inghirlanda se parli di Londra, ma i mangiatori di Baguette lasciameli stare. Io amo la baguette, più precisamente quella tradizionale da 80 centesimi.

    In compenso so un po' di russo e norvegese, e di sicuro preferirei Bergen o la Siberia inoltrata a Dubai.

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  3. Mo me devi di dove hai imparato lingue come il russo e il norvegese.
    Quanto alla Siberia..si carina perchè quando fai la spesa non ti serve il frigo.
    E mi fermo qui.

    PS: amo anche io le baguette. E' che ho in antipatia quelli che la fanno..capiscimi.. ;)

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  4. Beh, non è che le abbia imparate. So presentarmi, chiedere delle informazioni, menate così. Il russo cominciai a studiarlo all'università, il norvegese è un mio personale sfiziettino.

    E' per questo che io amo i francesi. Non si fanno tutti questi problemi per una baguette, ed è proprio questa loro vaga femminilità che accettano quasi come pregio, che sono così fighi. Ma cioè, li hai mai ascoltati parlare, o addirittura inveire? Sono meravigliosi. Battono di gran lunga l'Eccheccristo italiano.

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  5. E tu hai mai sentito me imprecare nel traffico dell'Eur?
    Sublime poesia.

    Dovresti provare.
    Ci guarisco gente dai problemi psicologici.

    So fare anche questo.

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  6. Caspita se sei tosta. Io in te ci vedo una sacco di forza.
    m.
    (perdona il nickname melenso)

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  7. Più che tosta mi sento tostata, rosolata, impanata e fritta.

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    1. Se ci pensi le cose tostate, rosolate, impanate e fritte sono le più buone, no?
      m.

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    2. Sicuramente... Per chi le mangia!

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  8. mi mancava un pezzo di te..
    andavo a ritroso per questo.
    mi ricorda una canzone degli afterhours, male di miele.

    sentirti stranieri in casa propria, anche questo capisco.

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  9. vengo qui per dirtelo.
    tu hai capito una cosa che non pensavo si potesse capire.
    hai aperto la strada, il che mi ha permesso di fare in quel post quello che veramente avevo intenzione di fare.
    e quindi grazie.

    io faccio quello che fanno tutti. leggo.
    e a volte sono così preso dalla lettura che non scrivo nulla.
    non mi piace annacquare le parole altrui con commenti superflui.
    ecco il tuo percorso qui non è tra quelli che invogliano a commentare.
    ma tra quelli che portano a cercare meglio, tra le tue parole.
    perché ci sono cose da imparare. per me, almeno.

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    1. Devi capire una cosa: io non capisco. Quasi mai.
      Io faccio una cosa diversa, interpreto. Quasi sempre.
      Il fatto che qualche volta la mia interpretazione delle cose coincida col loro reale significato e pura casualità.

      Il tuo scrivere è complesso. Molte volte non so cosa dire, a te. Perchè il mio scrivere non è così complesso, e dunque specificherei cose che tu non specificheresti mai. Le renderei troppo esaurienti e semplici e non mi piace. Ho questa sensazione.

      Mi piacerebbe sapere quali siano queste cose da imparare, da qui, da questo posto, per te.

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    2. interprete. da quel poco che so di te si direbbe che descrive molti aspetti della tua vita.
      prendere delle cose e trasformale in tue, ma non solo: trasformarle in qualcosa di tuo lasciandone la comprensibilità da parte di tutti.
      come il tuo racconto di ieri, del tuo viaggio notturno dentro una città umana.
      beh. questa è per esempio una cosa che io non saprei fare. io faccio i conti con il punto di arrivo più che con il viaggio. e quello, hai ragione, non necessita di troppi dettagli. ma funziona solo quando parlo di questo e praticamente solo quando ne parlo a me stesso.
      la tua scrittura mi porta al tuo fianco a vedere il mondo con occhi diversi dai miei. e in questo ho tutto da imparare.
      io ho fame di questo.

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    3. Ma tu hai altro. Ecco, io al punto non ci arrivo quasi mai.
      Dico cose e non mi ricordo perchè, scrivo cose e concludo, poi aggiungo un'altra riga, e poi un'altra e un'altra ancora, perchè in realtà nemmeno in quel caso mi ricordo perchè.
      Invece, forse è il tuo cubo a influenzarmi, ma tu sei pragmatico, tu il punto in testa ce l'hai. E forse lo spezzetti, il punto, lo spolpi tutto. Cosa importa a quel punto del viaggio?

      Sono modi. Modi di interpretare le cose. Ed è bello leggere le interpretazioni degli altri. Ancora più bello interpretare le interpretazioni degli altri.

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