venerdì 8 giugno 2012

Il riscatto di uno stato interessante.

Ecco.
Sì, insomma, gliel'ho detto. Mi è uscito così, a raffica, tra un sorso di birra e un respiro di sigaretta, un po' come ora, mentre scrivo.
Come avevo già accennato in qualche post precedente, in quei giorni non facevo altro che pormi sempre la stessa domanda: "Cosa vorrei che mi rispondesse la gente?"
E questa stessa domanda me l'aveva ficcata in testa K, che me lo chiedeva ogni volta, che cosa dovesse fare con me, come dovesse prendermi. Ma io non ho un copione, questa non è una sceneggiatura.
Quello che avevo in mente (come sempre) erano solo delle sensazioni. - Avresti dovuto proteggermi, avresti dovuto essere con me, in me. - Ma non sapevo nella pratica come renderle, non sapevo attraverso quali gesti avrei potuto ottenerle.

Con M scorreva un flusso, in quelle quattro mura. Il flusso delle mie parole, del mio pianto. Perchè piangevo. E' stato come spogliare il proprio corpo finalmente cresciuto davanti a qualcuno per la prima volta. L'insicurezza, la vulnerabilità. E anche la vergogna, quella tanto simile al concetto di peccato cristiano.
Non lo guardavo. I miei occhi erano bassi, il corpo chiuso. Non lo guardavo. Ma avvertivo tutto.
Avvertivo la sua angoscia in qualche sospiro.
La sua rabbia in un "Cazzo...", che come li dice lui, è veramente assurdo. Li modella a suo piacimento, con l'espressione della voce, certe volte fanno ridere e certe volte t'ammazzano. Quello ammazzava.
Le sue mani sulla faccia, per coprirla.
E poi ho finito di raccontare i fatti. Ho cominciato con quello che sentivo. L'ho lasciato a metà, che dovevo smettere, respirare, poi avrei ripreso.

E lui, in silenzio. Avrei dovuto pensare "Eccone un altro, che s'avvolge nellla coperta e cerca di sparire".
Invece no. No. Era un silenzio pieno. Il silenzio di tuttii i veri uomini della mia vita, racchiusi in quei pochi momenti. Il silenzio di un padre, di uno zio, di un amante, di un fratello, di un amico. Il silenzio di chi ti ha sempre accarezzato e tenuto per mano. Un silenzio nato perchè l'avevi colpito, e tanto.

E poi delle parole, delle frasi che non uscivano. "Non credo di poter dire nulla. Credo solo che ora tu debba viverti questa sofferenza, come puoi, senza combatterla. Credo che tu debba lasciartela scorrere attraverso,qui". Questo ha detto, dopo minuti e minuti e minuti di lotta con se stesso.
E in mezzo a quelle parole dei singhiozzi. Non l'avevo mai sentita la sua voce, così. Una voce calpestata, febbricitante, tremante. Sì, M tremava tutto.
Così mi sono girata per un attimo. E ho visto i suoi occhi lucidi, le sue guance bagnate.

Era questo. Era questo quello che volevo. Esattamente quella sensazione che mi stava correndo dentro, che andava avanti e indietro dal mio al suo corpo. Uno scambio di cose che erano nell'aria. Inalavamo il respiro dall'altro, lo riempivamo di noi, ce lo restituivamo.
Era questo quello che volevo. Una pizzico, una scintilla. Uno specchio nel quale riflettermi. Un attimo in cui la solitudine era annientata. Demolita, distrutta, morta.

L'avrei voluto abbracciare così tanto. Avrei voluto dirgli delle cose, guardarmi dentro di lui.
Ma io sono sempre stata una vigliacca, e così mi sono girata dall'altra parte, ritornando al mio sguardo basso e al mio corpo chiuso.

Poi gliel'ho scritto. Gliel'ho scritto ultimamente, in una di queste notti, cosa avevo sentito. L'ho ringraziato. Perchè in quel momento aveva riempito esattamente quella parte dentro di me essenziale per guarire. Quella che mi avrebbe dato la forza per non crollare.

Per un attimo ho pensato che l'avrei voluta sua, quella cosa che avevo in pancia.
C'è stato un lungo ed intensto abbraccio, quando ci siamo lasciati.
Sono uscita da quella casa leggera, come m'avrebbe voluto la ginecologa dopo le sue parole.
La sensazione di averlo amato e averlo già salutato, il mio essere che cresceva.

Sì, credo che in quell'attimo io abbia amato il mio quasi bambino.
Finalmente mi sentivo libera di ucciderlo.

29 commenti:

  1. senti... ma tu hai una vaghissima idea di che sensazione brutta sia commentare qua? sul tuo blog? i tuoi post? che sensazione davvero fastidiosa. per uno che si fa chiamare K-ovalski. e che ha il simbolo arancio su nero che ha?
    abbi pietà!

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  2. Lo so, hai ragione, anche se non ho ben capito se ti turbi più il fatto per un fattore d'egocentrismo piuttosto che nel doverti riconoscere nei panni di uno stronzo.

    Io c'ho pensato, di dare nomi diversi alla gente. Ma non mi piace, mi sembra di snaturarli un po'.

    Mi dispiace. Però se vuoi sei liberissimo di ribadire in ogni post che lo stronzo di cui parlo non sei tu, eh.

    Capito gente? Non è lui il mio K maledetto.

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  3. vediamo se posso aiutarti...: non mi piace essere associato a QUELLO stronzo.
    più chiaro così? :-)

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    1. Eccheccarino chessei. Solo stronzi selezionatissimi e DOC.
      Chiarissimo, chiarissimo.

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    2. senti ma.... te li scegli scientemente, o ci inciampi per sbaglio?

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    3. Mah... Alla fine allo 'stronzo' vero, quello che lo riconosci anche a chilometri di distanza, nemmeno mi ci avvicino.
      Poi ci sono gli stronzi che purtroppo non sanno di esserlo. Ma non ne sono sicura. Ho una nuova teoria. Io li faccio diventare stronzi, per questo ce ne sono stati così tanti intorno a me. Non che io sia chissà quale persona carismatica, eh, ma ho analizzato un paio di miei rapporti eh (ma anche più di un paio)... La teoria sembra buona.

      E' che mi capitano queste dinamiche: incontro un uomo (uomo...magari), penso che... Che forse sì, un po' di mie turbe le può reggere, e io posso reggere le sue. Lo metto subito in chiaro, che io a livello emotivo sono un San Bernardo; gli devi stare appresso al San Bernardo, lo devi portare al parco, ci devi giocare, gli devi dare da mangiare. Ecco. Un sacco di impegno.
      Accade che poi l'uomo si sente bene, perchè io lo faccio sentire importante, quasi come un salvatore. Diciamo che il Principe Azzurro non esiste, ma io me l'addestro per bene.
      Poi però comincio a diventare più pretenziosa. Il San Bernardo Emotivo dentro di me ad un certo punto esplode, per qualche problema. E allora il Principe Azzurro Addestrato lì deve dare prova del suo addestramento, deve riuscire a farcela da solo, a sapere quello che deve fare, senza suggerimenti.
      E non ce la fanno quasi mai.
      E allora poi cominciano i casini. Perchè io comincio a dare input totalmente opposti, più volte al giorno, al fine di farli tornare alla loro natura, perchè penso che alla fine se proprio devi sbagliare è meglio che sbagli perchè sei fatto così,non perchè fingi di essere in un altro modo. E il Principe Azzurro Addestrato di turno non sa più che cazzo fare, così comincia a fare stronzate a destra e a sinistra, e mi ammazza.

      La mia stessa creatura mi ammazza.
      Poi li lascio e loro non capiscono perchè. E non capiscono più chi sono.

      Quindi io al K maledetto non dò tutta la colpa. Purtroppo lo faccio in maniera inconscia, ma accade sempre che quando comincio ad intraprendere una relazione con qualcuno, questa persona tende pian piano ad annullarsi e ad appoggiarsi a me. Più nessun obiettivo, nessuno scopo, nulla. E io (ahahahaha) divento la persona più forte.
      E si sà, il potere nelle mani sbagliate crea grandi casini.

      Il bello è che mi faccio male pure io, perchè io stronza e cinica proprio non sono.
      Li creo, gli stronzi. Quindi quando smetto di odiarlo per qualche minuto, a K, penso "poverino, magari non m'avesse incontrata".
      In fondo, un San Bernardo che colpa ha?
      Se alla fine morde, è sempre colpa del padrone (Cit. Cesar Millan, lo psicologo dei cani di Cielo).

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    4. Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma. Queste legge vale anche per gli stronzi: se ci diventano, vuol dire che avevano il potenziale per farlo.

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    5. il meccanismo lo sai.
      ora ti tocca solo smontarlo da te. e rimontarlo in modo che possa funzionare, da qui in poi.

      che in fondo mi pare evidente: l'addestramento principe azzurro.
      ora, a parte che per i san bernardo non si usano i principi azzurri, ma le guide alpine. e già qui parti con il piede sbagliato.
      ma poi, se devi addestrarlo uno a saperti prendere, allora forse non è la persona giusta che possa sapere come prenderti, ti pare?

      insomma: sei un san bernardo, che va da un bagnino, cerca di farne un principe azzurro,
      e poi si lamenta che il bagnino con addestramento da principe azzurro non è una brava guida alpina. vedi tu. ci passerai la vita, se non ti scalzi questo meccanismo.

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    6. Ecco, Aidi, infatti. Per questo non mi prendo tutta la colpa.

      Il meccanismo lo so, sì.
      Però non è colpa mia. Ho un carattere che è difficile. Ma manco il carattere. Sì, appunto, lo stato emotivo. Ho degli stati emotivi difficili da prendere. Forse troppo, e quest'imponenza San Bernardesca viene riconosciuta come forza.

      E poi... La persona giusta la aspetto comunque, e mi troverà comunque. E' che so che ce n'è solo una, in questo mondo, per me. E quindi, intanto... Dovrei limitarmi della vita?
      Forse sì, perchè tanto è un continuo mentirsi addosso...

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    7. ma quale limitarti la vita??? vivila. semplicemente, evita di voler trasformare le persone. che ti risparmi illusioni, e delusioni. scoprile per quelle che sono. che magari, accade che funziona. e se no, nel frattempo ti sarai divertita, almeno :-)

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    8. @Aidi: vieni a letto con me. Dopo l'ultimo commento NE HO BISOGNO.

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  4. Leggendo il tuo post mi sono venuti in mente due episodi della mia vita in cui ho sperimentato in prima persona cosa significa essere in empatia con qualcun altro. ed è stata la cosa più intensa che si possa provare.
    l'ho provata sia nella parte di chi, come te, racconta qualcosa e sia nella parte di chi ascolta. e credo che quest'ultima sia stata più forte perchè ancora oggi mi dico che non era da me reagire in quel modo. sono scoppiata a piangere come una bambina mentre l'altra persona mi consolava per una cosa successa a lei.
    un pò come il tuo M.
    e credimi, quando succede qualcosa del genere, vuol dire che legame più profondo non c'è.

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    1. Eh... Il problema è che i legami profondi sono impegnativi. E anche un po' pericolosi.
      Però sì, quando capita, è bello, veramente bello.

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  5. E' fico perchè non ti trema la mano quando scrivi queste cose. Gai uno stile asciutto e vibrante. Bello. Le ultime righe sembrano da capitolo di un libro.

    sono affascinato.

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    1. E' strano. Paradossalmente curo più lo stile nelle mie cazzatine scritte su Word che qui. Qui scrivo di getto, e si vede. Ripetizioni, tempi sbagliati, sintassi dimmerda eccetera eccetera. Però mi va di lasciarli così.

      E ccomunque no, non mi trema più la mano. Non ha senso scrivere di certi argomenti se poi non si ha le palle di dire la verità fino in fondo. Sarebbe come prendere in giro tutti quelli che ci sono passati o che ci stanno passando. Mentirei a me stessa, e se mento a me stessa anche su un cazzo di blog anonimo... Mmh, quel tipo di debolezza l'ho sperimentata per anni, e non mi piace più.

      Magari un giorno scriverò un libro. Te lo dedicherò:

      Ad un Cinico Trapano.

      Se mai vedrai questa dedica su di un libro saprai chi sono. Eh, che cosa romantica, tutto sto fatalismo.

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    2. Dillo. Non puoi fare a meno del mio cinismo. E in generale di me. :P

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    3. Oh sì,sì, Banale, sì. Ancora.

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    4. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    5. Ancora??? ma è ora di pranzo. Io ho fame.
      Stai calma..

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    6. Ma ho tutta una teoria. Più ci vado giù pesante io, meno ci andrai tu, cosicchè un giorno fra i nostri blog ci saranno solamente commenti profondissimi e costruttivi.

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    7. Vedi? impari in fretta.
      Più pesante di me è impossibile. Non puoi competere fanciulla..

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    8. L'hai detto anche tu che ancora non so chi sono. Ho personalità altalentanti.
      Ergo, imparo in fretta.

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    9. Comincio ad affezionarmi alle tua seconda e quartà personalità.

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  6. Ti leggo e mi rivedo. Tutta. Per tutte le cose, sensazioni, guerre in testa. Tutto.
    Adesso ho 37 anni e un sacco di altre cose. Ma soprattutto ho me. Io mi sono trovata. Mi sono scoperta più forte di quanto potessi immaginare e ho incominciato a crederci. Non è stato facile e c'è voluto un sacco di tempo e forse non ho ancora finito, e, ok, non splende sempre il sole, ma va bene. A volte. A volte molto bene, altre no, ma poi torno.
    E la cosa di sentire delle cose (come cazzo sto scrivendo?) è....boh, certe volte t'ammazza e certe volte ti fa respirare bene. Sai cosa mi succede quando arriva una sensazione? Mi sento tirare le dita delle mani, mi fanno male. E poi si avvera tutto.
    E oggi, invece di lavorare in ufficio di merda, vorrei stare qui a parlarti per ore di com'è quando abortisci, di com'è subito prima, durante, subito dopo, di com'è quando sei sola mentre lo fai, e di com'è dopo 16 anni che lo hai fatto. Ma ognuno ha la sua storia e io, quella, non sono ancora riuscita a raccontarla. Forse adesso grazie a te qualcosa cambierà.
    Piacere di averti incontrata.

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    1. Mi ha colpito questo commento.
      Io spero che quando riuscirai a raccontarla potrò ascoltarla (o leggerla, meglio) anch'io. Perchè in realtà non so, non so bene cosa abbiano provato altre persone, altre donne, altre ragazze. Non so com'è stato per le altre, com'è stato subito prima, drante dopo. E soprattutto vorrei sapere cosa accade dopo sedici anni.
      Non sarà la mia storia, ma forse sì, forse potrebbe. Forse avrò degli strumenti, se me ne parli. Forse capirò prima certe emozioni, certe sensazioni, perchè tu me le hai già spiegate, qui, anni prima.
      Non lo so. Comunque grazie. Per la compagnia.

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  7. Dopo 16 anni accade che ogni fottutissimo marzo mi ricordo di un compleanno che non ci sarà mai.
    Dopo 16 anni e due figli, mi ricordo, sempre, che ce n'è uno che non ho voluto. Non si dimentica, non si attenua. Non si dimenticano mai nemmeno le sensazioni fisiche che hai provato nel durante, quando sei solo un corpo sbattuto su un lettino, non capisci bene che cosa ti stiano facendo, e senti dei rumori che sanno solo di morte. Mi dispiace. Vorrei dirti che prima o poi andrà bene, che tutto passerà, ecc, ecc. Ma non è così. Almeno, per me non lo è stato. Nemmeno dopo due parti splendidi e che per me hanno rappresentato la "botta" più bella della mia vita. E' chiaro che la vita va avanti lo stesso e che ci sono momenti, per fortuna, in cui senti che sta andando tutto a meraviglia. E ci sono momenti in cui tutto va VERAMENTE a meraviglia. Ma poi il ricordo riaffiora, e tutto di torna addosso con lo stesso peso. Certo, non ti sono di aiuto, ma questa è la mia verità, parte della mia storia. Parte.
    Sei hai bisogno, voglia, ecc, la mia e-mail la trovi sul blog.

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  8. Non credo ti scriverò una mail, o almeno mi sforzerò, se non in casi di assoluta disperazione, perchè voglio rendere (quasi) tutto pubblico. Almeno per quel che riguarda me.

    Non sei la prima in questo posto a dirmi che non si dimentica. E un po' già lo sento, che non potrò dimenticarlo, anche se ora come ora c'è sollievo, il sollievo fisico e mentale, perchè è come se fossi uscita da un incubo.
    Che poi con gli incubi funziona così: ti svegli e scopri che è tutto finito, ti rincuori. Ma quando l'incubo è veramente brutto te lo ricordi per tutta la vita, e certe volte ti capita addirittura di riviverlo, la notte.
    Io non ho sentito i rumori di morte, a me m'hanno addormentato. E a dirti la verità avrei preferito ascoltarli, perchè io sono una che più ha paura e soffre e più spalanca gli occhi per vedere cosa diamine sta accadendo, per cercare di capire. Ma anche questo lo dirò poi, che la cosa sarà lunga. Quel giorno è stato lungo.

    Io credo che sia ancora più pesante dopo che si hanno avuto figli. Quello sì. Perchè ci si chiede come cazzo funzioni. Cos'hanno ora questi bambini che l'altro non aveva. Il suo unico sbaglio è stato quello di arrivare nei tempi sbagliati, nelle condizioni sbagliati, con l'uomo sbagliato, all'età sbagliata. Solo questo. E allora pensi che tu hai creato delle vite, ti sei arrogata il diritto di far nascere qualcosa, e ti sei arrogata anche il diritto di negarla, una vita.
    Credo che la cosa che faccia più male sia proprio quest'assurda contraddizione. Quest'assurda scelta. Poi ovviamente io non lo so, cerco solo di mettermi nei panni delle madri. E dev'essere dura, durissima. Sento che se fra anni volessi dei figli, mi sentirei tremendamente in colpa.

    Ma sento che se anche non li volessi, in realtà penserei sempre a quello che sarebbe stato. Penserei sempre ad una persona invisibile che si fa grande insieme a me. Lo scrissi, da qualche parte, che non sarei stata più sola.

    Nonostante tutto, odio ancora di più chi è contro l'aborto. Non sa, semplicemente non sa che la pena già si sconta, non c'è bisogno che ci facciano sentire anche delle merde.

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  9. Sono d'accordo con te. Su tutto.
    No, niente anestesia per me, solo un leggero stordimento (che poi io dico, a sto punto, non farmi nemmeno quello no?). Mi ricordo che quando sono uscita dall'ospedale la prima cosa che ho pensato è stata che avevo voglia di mangiare dei taralli pugliesi...la nostra mente è ben strana... Bè sono andata a comprarli e me ne sono fatta fuori un pacco intero. Il fatto è che adesso, ogni volta che li mangio, mi ricordo di quel giorno lì. Per fortuna non mi capita di mangiarli spesso. Che già uno certe cose non se le dimentica, se poi c'hai anche l'aiutino...
    Spero che tu stia bene. Adesso e dopo. Lo spero davvero tanto.

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