martedì 19 giugno 2012

Pit stop.

E niente.
Non è che ora che mi manca solo l'ultima tappa ed ho a disposizione solo un giorno, posso mettermi a correre come una forsennata perchè sennò sono in ritardo, non rispetto i tempi e devo scrivere scrivere scrivere.
Quindi mi fermo. Mi fermo coi miei ultimi cento metri di stato interessante, mi fermo con i miei amici, la mia gatta, la mia casa. Mi fermo con K e lo stress psicologico che ne comporta. Mi fermo con la mia vita. Ne riprendo un'altra, parallela.
Quella che ho a Parigi. Quella che ho sempre avuto in Francia, dall'eta di dodici anni.
Non che io sia andata a Parigi così spesso, per intenderci. Ma quando sono lì io mi trasformo.
Parigi l'ho vista tutta gialla, tutta blu, fredda, calda, tremante e pestifera. Coi colpi di sole dei tetti delle case all'alba, tinti dei raggi della mattina. Anche struccata, molte volte, ed è bella lo stesso. Ubriaca di sonno col suo Bordeaux del quartiere latino. Colma di mandorle e sangue del suo quartiere ebraico. La Parigi dell'Ile-de-France, la Parigi delle banlieues. L'ho vista cantare per le strade, piangere sulla Senna. L'ho vista sempre innamorata, innamorata di me, e io innamorata di lei.
A Parigi non ci vivrei tutta la vita, no. Parigi non è la mia vita. Parigi è la mia migliore amica. Ecco, sì. Parigi è come F e G.

F, G, e P. Esattamente. Parigi mi solleva l'anima, anche quando sto nella merda più totale. Durante la depressione ci sono state loro a dirmi "Non me ne frega un cazzo, ora esci, anche se sei uno schifo e puzzi come una zingara, anche se stiamo sotto casa, che ci vediamo." Parigi mesi dopo non m'ha detto così, però mi ha portato in giro per le sue vie, proprio come loro facevano con le parole e gli abbracci.

Parigi è un uomo sporco di pittura bianca seduto, stanco, con un mazzo di rose un po' consumate strette nella mano. Pargi è aria buona, è roba buona. E' la poesia dei poeti, il quadro dei pittori, l'amore degli amanti.

Sto via una settimana. Il tempo dei pagamenti per il corso estivo che farò alla Sorbonne, il tempo per controllare il mio alloggio, il tempo per una birra in riva alla Senna e un respiro di vera libertà.
Andrò da sola, ma spero che non finisca come Londra, anche se la paura c'è, ma insomma, lei è la mia migliore amica, Londra solo una conoscente un po' distratta.
Poi tornerò, per un'altra settimana. Probabilmente ricomincerò con la corsa. Finirò questo lungo lungo excursus sul mio aborto, che ora come ora un po' non me la sento di continuare, ora che manca così poco.

Ma sarà una corsa diversa. Sarà una corsa per liberarmi da questo peso. Quei pochi centimetri dall'arrivo. Dall'arrivo della mia storia con K, che concluderò una volta tornata.

Non so se arriverò prima, seconda od ultima. Non fa niente. L'importante è che finisca. L'importante è che abbia concluso un ciclo, per una volta. Che chiuda i conti, senza lasciare dubbi, speranze, malintesi. Senza vergogne, senza cose non dette, senza codardia.

Così ricomincerò. Il mio mese a Parigi, di studio. L'Inghilterra più tardi. E infine Trieste.
Concluderò i miei vent'anni romani. Roma madre, Roma sorella, Roma bastarda e desolata. La Roma del dolore e dell'inettitudine, la Roma saggia e consigliera che mi ha sempre sussurrato di volare lontano, che i sanpietrini non fanno per me, che ladura e rozza pietra non è mai stato affar mio. Tu, tu sei sempre stata uno spirito libero. Tu eri nell'aria, come i tuoi pensieri.
Roma madre di borgata, che per la bambina spera un futuro di successo, con un bel lavoro distinto e un uomo che è un gran signore, e non la picchi come hanno fatto con lei. Roma che un giorno potrà dire "vedete? Quella è mia figlia. Era un po' scontrosa e non andavamo tanto d'accordo, però io non l'ho mai voluta trattenere".

Roma, che finalmente un giorno mi sentirò senza radici, senza colla, senza catene che mi legano a te.
E così potrò dire "Ho avuto la migliore madre del mondo".

32 commenti:

  1. Ecco: adesso sono io che non so come dirla, quella roba tra le cose più belle lette in questi blog.

    Siamo pari.
    Forse.

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    1. Eh, vabbè, addirittura, tu mi sopravvaluti, sà.
      E' Parigi a parlare, non sono io.

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  2. Sei sempre più bella, Arianna.
    Quello che scrivi mi ricorda me anche se, nel mio caso, non è Roma ma Napoli, non è Parigi ma Granada che mi ha presa, salvata e lasciata andare. Fai bene: viaggia, studia e vai avanti che io, avanti, ci sono andata solo fino a un certo punto e me ne sono un po' pentita ma, insomma, la vita è quel che è e bisogna esser capaci a viverla.
    Prenditi tutto il tempo che vuoi.
    Sei brava.

    cq

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    1. Non so se lo sai che lo scrissi da qualche parte, che mi piace tanto quando mi dicono che sono brava. :)
      Sono andata un po' fuori rotta nell'ultimo periodo, ma ora vedo qualcosa. So, so esattamente cosa devo fare. E se ci riesco, magari brava ci divento sul serio.

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    2. Ah... E a Granada ci sono stata, anche se per un paio di giorni, più di un anno fa. Chissà se magari ci siamo incrociate e non lo sappiamo. Chissà, sarebbe carino.

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    3. Non credo, sono quasi 5 anni che non torno a Granada. Mi accolse, mi salvò e non ho ancora avuto il coraggio di tornare a ringraziarla. Avevo proprio la tua età quando ci posai lo scheletro.

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  3. se mai andrò a Parigi penso che trascorrerò 3 giorni sono al Louvre.
    wow il Louvre.
    però poi torna, eh. non ci abbandonare :D

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    1. Eh mi sà che lo faccio io per te, che una volta non basta.

      No, non v'abbandono. Ora perchè non ho la connessione, ma quando mi faccio il mese su sarò già bella organizzata e continuerò lo stesso a scartavetrarvi i coglioni, tranquilla!

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    2. allora fai delle belle foto e poi me le mandi :)

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  4. Quanto è bello questo post! Parigi non la conosco (ahimè) ma mia sorella, sono sicura, la pensa proprio come te. Senti, Arianna, è il tuo momento di svolta. Andrà tutto bene, vedrai! Mi raccomando, tienici informati. Buon tutto!
    PS. sei proprio brava!!! ;-) scherzi a parte, scrivi da paura!

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  5. Parigi è l'unica cosa bella dei francesi.
    Nel Louvre mi ci perderei. A guardare la Nike di Samotracia.

    Ma Roma è come il primo pompino: ci pensi sempre.
    Lo so, è che oggi la poesia mi si palesa dalle labbra.

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    1. foscolo e leopardi si stanno rivoltando nella tomba.
      oppure staranno facendo il tifo per te, chissà.

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    2. Hanno fatto una finaccia. Sempre li a lodare le donne altrui, per finire morti di onanismo.

      Adulatrice.

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    3. banà: sei il mio poeta del mese.
      sticazzi.

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    4. Le Banal, Roma sarà anche il primo bocchino, ma Parigi è la prima volta, quella da innamorati. Poi oh, soggusti.

      Ma poi la Nike, la Nike...Che te la schiaffano lì, su quella scalinata, che si mangia la sala, cattura tutti...
      La cosa più bella di Parigi però secondo me sono i parigini e il loro stile di vita. E' la città con più pazzi che abbia mai visto. Pazzi veri.
      Sono tutti bellissimi, quando fanno le loro cose strane e appassionate. Io poi mi immergevo e a fine settimana mi sono ritrovata a canticchiare ogni volta che camminavo per strada. Ed era normale. Normalissimo.
      Prova a cantà per strada a Roma. Come minimo ti sputano in un occhio.

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    5. No Le Banal, no.
      Mi sento stuprato da una baguette della mia italianità, cosi.

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  6. oggi avrei bisogno di farmici un giro in questa tua Parigi..

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  7. e poi c'è che si fanno lunghi giri. lunghissimi a volte. di anni. o lustri. e poi, più lunghi sono i giri. più capitano i ritorni. proprio a casa base. cambiati, diversi, ma è tornare a casa.
    curioso, come le vite siano ellittiche molto più spesso di quanto siano lineari.

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    1. Devo pensarci su.
      Non so. Questa cosa delle ellittiche mi ha sempre turbato.
      Sì, ci penso un po'.

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  8. poi, dopo aver mentato il torrone tipo 60 righe su parigi, nemmeno una parola su inghilterra o trieste, un perché, un a fare cosa. sei razzista. :-)

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    1. E vabbè, ma tanto credo ve lo farò sapere in tempo reale, più o meno.

      Vado in Inghilterra sempre per studio, due settimane, a casa di un professore, sperduto nella campagna inglese. Un maneggio vicino. Passerò dalla parigina città al rustico praticello inglese. Già ho preparato stivali e frustino.

      E poi... Trieste, perchè sì, perchè io vado a fare Interpretariato e Traduzione e quella è la scuola migliore che possa esserci in Italia. E se non mi prendono nemmeno quest'anno rimango comunque lì, perchè anche lì mi piace la vita, e non sto a dirti la gente fantastica che ho conosciuto perchè sennò insomma, due palle. Però rimarrei lì e magari farei, chessò... Lingue e letterature straniere, che non è un cazzo, ma io non ho paura di studiare per altri dieci anni, e rimandare il mio vero obiettivo. Credo di poterlo economicamente fare.

      Ma...
      E' anche vero che la Sorbonne offre una cosa tipo 16 lingue da studiare. Facoltà di Langues Appliquées. E ti pare che io in questo mese non mi informo sui test d'ammissione?


      Questo eh. Se mi andrà ne parlerò più nei dettagli, atrimenti meglio per voi, che insomma, due palle tutti sti progettini da ventenne piena di speranze.

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  9. ari, possiamo chiarire una cosa?
    qui c'è gente in astinenza da te. sappilo. e scrivi. cazzo.

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    1. Sto aspettando un po' di tempo per me. Sono giorni incasinati, ho giusto la concentrazione mentale per legiucchiare qui e là al volo e commentare. Forse domani notte. Dopo la giornata di domani, quando chiuderò ed aprirò certe vecchie e nuove ellittiche.

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    2. Ma poi te pare che qualcuno qui stia in astinenza da me? Ahahaha. Per un attimo c'ero quasi cascata.
      Grande kovalski.

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    3. e allora disciulati a scrivere, su, forza
      :-)

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  10. Quando ti innamori di un posto è una sensazione esaltante, è davvero il primo amore: euforia, serenità, e il non averne mai abbastanza. Io ci passai con Londra diversi anni fa. Poi tornai a Roma, e fu come rimettersi con la ex moglie scoprendo di amarla ancora e di non riuscire a buttar via tuti gli anni passati assieme, nonostante i bisticci e le scappatelle...

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